I miracoli di Gesù

(124)

Gesù guarisce il servo di un romano (453.8 - 453.9)

Un romano si fa largo a fatica fra la folla in delirio e raggiunge Gesù mentre Egli, a sua volta a fatica, si dirige ai poveri risanati che lo benedicono dal loro posto, impotenti a fendere la folla compatta.
"Salve, o Rabbi d'Israele. Ciò che hai fatto è solo per quelli del tuo popolo?"
"No, uomo. Nè ciò che ho fatto, nè ciò che ho detto. Il mio potere è universale perchè universale è il mio amore. E la mia dottrina è universale perchè per essa non ci sono caste, nè religioni, nè nazioni a far da limite. Il Regno dei Cieli è per l'Umanità che sa credere nel Dio vero. Ed Io sono per quelli che sanno credere nel potere del Dio vero."
"Io sono pagano. Ma credo che Tu sei un dio. Ho uno schiavo che mi è caro. Un vecchio schiavo che mi segue da quando ero bambino. Ora la paralisi lo uccide lentamente e con molto dolore. Ma è uno schiavo e forse Tu...."
"In verità ti dico che non conosco che una vera schiavitù che mi dia ribrezzo: quella del peccato, e del peccato ostinato. Perchè chi pecca e si pente incontra la mia pietà. Il tuo schiavo sarà guarito. Va' e guarisci dal tuo errore entrando nella vera fede."
"Non vieni a casa mia?"
"No, uomo."
"Invero... ho chiesto troppo. Un dio non va in case di mortali. Ciò si legge nelle favole soltanto... Ma nessuno mai ospitò Giove o Apollo."
"Perchè essi non sono. Ma Dio, il vero Dio entra nelle case dell'uomo che crede in Lui e vi porta guarigione e pace."
"Chi è il vero Dio?"
"Colui che è"
"Non Tu? Non mentire! Ti sento dio...."
"Non mento. Tu lo hai detto. Io lo sono. Io sono il Figlio di Dio venuto per salvare anche la tua anima, come ho salvato il tuo diletto schiavo. Non è quello che viene chiamando a gran voce?"
Il romano si volge, vede un vecchio, seguito da altri, che avvolto in una coperta corre gridando: "Mario! Mario! Padrone mio!"
"Per Giove! Il mio schiavo! Come! ...Io.... ho detto: Giove... No: Dico: per il Rabbi d'Israele. Io...io...."
L'uomo non sa più che dire...
La gente si apre volonterosa per far passare il vecchio guarito.
"Sono guarito, padrone. Ho sentito un fuoco nelle membra e un comando: <Alzati!>. Mi pareva la tua voce. Mi sono alzato... Stavo in piedi... Ho provato a camminare... ci riuscivo... Mi sono toccato le piaghe del letto... più piaghe. Ho urlato. Nereo e Quinto sono accorsi. Mi hanno detto dove eri. Non ho aspettato di avere vesti. Ora ti posso servire ancora.... " il vecchio in ginocchio piange baciando le vesti del romano.
"Non a me. Egli, questo Rabbi, ti ha guarito. Bisognerà credere, Aquila. Egli è il vero Dio. Ha guarito quelli con la voce e te... con non so che... Credere si deve... Signore... io sono pagano ma... ecco.. No. E' troppo poco. Dimmi dove vai e ti darò onore."
Aveva offerto una borsa ma la ripone.
"Vado sotto quel portico oscuro, con essi."
"Ti manderò per essi. Salve, o Rabbi. Lo racconterò a chi non crede...."